La voglia di lampone

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Quante ragazze vanno a scuola o al lavoro in bicicletta? Poche, molto poche.
Eppure, anni fa, lo facevano quasi tutte. Ebbe allora successo persino un valzer che esaltava proprio Le ragazze in bicicletta. Qualche lettore ricorda forse ancora quel motivetto facile facile. Esaltava soprattutto le minigonne, proprio quelle minigonne che curiosamente costarono la vita a Zi' Pietro. E' vero che se egli vivesse ancora avrebbe più anni di Matusalemme, ma sicuramente sarebbe campato di più e, soprattutto, non gli sarebbe capitata la disgrazia che lo mandò in fin di vita all'ospedale Fatebenefratelli.
Che dovesse morire all'improvviso, un giorno o l'altro lo pensavamo tutti. Non si vive così a lungo per mettersi poi a letto e tirar fuori una di quelle malattie che inchiodano un povero diavolo chissà per quanto, mentre il fisico si va consumando piano come il lucignolo di una candela; ottantacinque anni, poi, sono una bella età anche per chi gode ancora d'una salute di ferro, legge il giornale senza l'aiuto degli occhiali e va a teatro quando capita nel quartiere una compagnia di riviste. Ma che Zi' Pietro dovesse finire a quel modo nessuno l'avrebbe supposto. Pure ci fu chi vide in quella tragica fine una punizione divina. fu la santocchia della Rina, tutta casa e chiesa.
Quante volte l'ottuagenario l'aveva presa in giro e quante volte, vedendosela passare accanto, sempre vestita allo stesso modo, di nero, spettrale nella sua magrezza, aveva fatto gli scongiuri soliti, in modo visibile e volgare.
Dal canto suo la beghina, appena lo intravedeva, seduto sulla solita panca verde, nei giardinetti che sono davanti la chiesa di Cristo Re, si faceva un bel segno di croce, sbiascicava un'ave, e scuoteva il capo.
Eppure un giorno la zitella aveva avuto il coraggio d'affrontare il vecchio Zi' Pietro, col cipiglio e la foga di una suffragetta che vuol ricondurre sulla retta vita un incallito peccatore e, pur di riuscire, non si fa scrupoli d'adoperare ogni risorsa.
La Rina si era sfogata. Il vecchio non aveva osato interromperla ma aveva continuato a fissarla con aria sorniona. La donna gli aveva rovesciato addosso una valanga di accuse. E perché mai? Per la sua innocente mania di restare ore ed ore ai giardini, non appena un po' di sole si insinuava tra le foglie degli alberi.
Alla fine Zi' Pietro aveva riso di cuore ed aveva anche avuto la sfacciataggine di rimbeccare:
"Vuoi mandarmi via da qui? Corri anche tu in bicicletta sullo stradone asfaltato del viale, avanti ed indietro. La prima volta che vedrò le tue gambe storte mi verrà un 'coccolone'. Scommetto che porti le mutande lunghe fino al ginocchio, con il merletto della nonna, alto una spanna..."
"Vecchio sporcaccione" gli aveva risposto Rina. "In galera dovresti andare..."
"E perché mai? Perché guardo le gambe alle ragazze? Non farmi ridere. Per me la primavera sboccia così, con un bel paio di gambe fresche ed uno slippino largo due dita..."
"Vergogna!" aveva esclamato la beghina. "Alla tua età pensi ancora a quelle cose? Dovresti andare in chiesa tutto il giorno, batterti il petto e recitare il mea culpa..."
"Fossi matto! Sono troppo vecchio per essere saggio. Se potessi accorcerei le sottane alle ragazze di altri trenta centimetri almeno..." Allora nessun sarto aveva ascoltato il consiglio di Zi' Pietro. Eppure una decina d'anni dopo Mary Quant avrebbe inventato a Londra la minigonna, ottenendo un trionfo, guadagnando sette milioni di sterline e un'alta decorazione, consegnata personalmente dalla regina Elisabetta.
Ma intanto Zi' Pietro era andato a rendere conto della sua curiosità in quell'altro mondo che la Rina immaginava pieno di lingue di fuoco e di diavoli con le corna.
"Se avessi vent'anni" aveva continuato Zi' Pietro deciso sempre più a scandalizzare la bizzoca "credi tu che resterei immobile su questo sedile? Credi che fingerei di raccattare il mio fazzoletto ogni volta che una di queste ragazze sfreccia lungo il viale? Credi che spingerei lo sguardo in questo modo, dal basso verso l'alto, a rischio di farmi venire il torcicollo o diventare strabico? Per carità! Chissà dove avrei le gambe, le mie gambe, perbacco. Vedi, cara Rina" aveva continuato quel vecchio burlone di Zi' Pietro "tu non puoi capire che cosa voglia dire per me la vista di un bel paio di gambe. E' risentire ancora nelle vene - oh per un attimo solo - qualcosa che sa di paprika odorosa, uno sprazzo di giovinezza, una fiammata in viso, come quando si beve di colpo un bicchierino di grappa e si sente il sangue rifluire sul collo, sulle guance. È rivedere la bellezza, la classica, la statuaria bellezza, ma rivederla tabù, con la stessa piacevole indiscrezione di quando si ficca l'occhio nel buco della chiave. Ti scandalizzi? Non me ne importa nulla. Gli altri ridono di me? Mi chiamano rimbambito? Vizioso? Per me sono altrettante lodi. Forse tu non ci crederai, ma appena questa mia innocente mania è stata notata, le prime a goderne, sai chi furono? Le ragazze stesse. E mentre una volta qualcuna, passandomi avanti in bicicletta, come un fulmine, avrebbe tenuto basse le sottane con una mano, poi le buttò al vento, pedalando come se pigiasse l'uva e dando ginocchiate sempre più alte ed energiche. Guarda: ecco Pinuccia, la figlia del fornaio. Hai visto? Ho detto forse una bugia? Se resterai qui ancora un poco, la vedrai ripassare e strizzarmi l'occhio. E' proprio un amore di ragazza. Ti posso dire di più, beninteso in confidenza: ha una voglia di lampone sulla coscia sinistra, una voglia perfetta a forma di cuore. Ehi, Rina, non scappare, non maledirmi. La voglia di lampone sembra una bocca sorridente..."
Ma la Rina, che aveva ascoltato anche troppo a lungo quel discorso blasfemo, era già lontana, diretta in chiesa per cercare la pace nel segreto del confessionale. Da quel giorno, però, non aveva più seccato Zi' Pietro.
Il vecchio, intanto, con quel suo ideale farmaco, pareva proprio ringiovanire, a mano a mano che la primavera si inoltrava. Persino la sua andatura era divenuta più sciolta. E forse chissà mai quante altre gambe avrebbe continuato a rimirare se non gli fosse accaduta quella disgrazia, involontariamente provocata dalla sua preferita, Pinuccia, la figlia del fornaio.
Le versioni furono diverse e contrastanti, ma quelle poche persone che erano in piazza videro molto bene. Quando la ragazza in bicicletta (veniva come al solito di gran carriera) fu a dieci metri da Zi' Pietro, frenò, poi continuò a pedalare piano, quasi col rallentatore. Il vecchio buttò a terrà il solito fazzoletto. Un colpo di vento lo spostò. Zi' Pietro allora, con uno scatto giovanile, si alzò dalla panchina, fece due passi avanti, tutto curvo, il capo all'insù.
Fu un attimo. Pinuccia lo investì in pieno. Caddero tutti e due a terra in un groviglio di braccia e di gambe. La ragazza, pallida, spaurita, si alzò in un attimo, ma il vecchio rimase a terra, privo di sensi.
Lo portarono all'ospedale, ma forse vi arrivò già morto.
Però che jella! Chissà che cosa avrebbe pagato Zi' Pietro per vedere quello che scorsero rapidamente alcuni passanti: due gambe di ragazza, lunghe, bellissime, guizzanti nell'aria. Le voglie di lampone erano due, una sulla coscia sinistra e l'altra più in su, oh, molto più in su.

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