Montevideo (dal Canto VI) Indice antologia
   
Eri pur bella, o di Colombo terra
avventurosa, e l'ospital tuo seno
al proscritto porgesti! Ivi trovammo
non quiete, no, perché dalla malnata
dei tiranni genìa anche gl'immensi
non difettan tuoi campi, ma una daga
per combattere gli infesti, ed una patria
non di rovine seminata. Un cielo
come d'Italia, abitator fratelli,
e donne impareggiate.
 

 


Roma (dal Canto IX) Indice antologia
   
Stolto! che speri da cotesta inerte
discendenza di frati? I tuoi più fidi
ti lasceranno, i tuoi più cari affetti
saranno spenti; e le foreste, i monti
più scoscesi alle tue stanche piagate
membra un rifugio accorderan tra i lupi,
men scellerati dello sgherro, a' tuoi
passi insidioso, ad inseguirti lontano.

Perdona Italia, se le tue sventure
e il mio dolor m'inacerbaro, e tetra
fecer l'indole mia. Alla furente caccia
del tiranno segugio, io fui protetto
da intemerata gioventù, siccome
leona la sua prole, e sul Tirreno
dall'Adrio io giunsi inosservato e salvo
dalla Grifagna e da' cagnotti suoi.

Grazie, Italiana gioventù! la vita
ch'io vi devo è a voi sacra. Alle venture
pugne la serbo e quel pensier solo
me la fa cara.

 

 


Anita (Canto XI) Indice antologia
   
Morte, io sorrisi al tuo cospetto! e questa
certamente non fu la prima volta.
Il volto mio, ben noto alla sventura,
nel tremendo frangente di mia vita
s'atteggiava al dolore... e che dolore!
Nell'agonia l'amata donna! e un sorso
d'acqua negato a quell'inaridite
l'abbia!... Io sorrisi! Ma da disperato,
ma di demon fu quel sorriso. Il fuoco
dell'Inferno m'ardeva, e pur io vissi!
Solo compagno di sventura allato
mi sedeva Leggiero; alla scoperta,
perché ignari del sito, egli s'accinse,
e trovò un coraggioso: era Bonetti.
Dalla falange dei proscritti, inerme,
abitator di quei dintorni, il birro
avea deluso e sulle terre sue
dalle città appartate, inosservato
da profugo vivea. Il caro amico
com'Iride apparì nella tempesta.
Io lo seguia, non conscio della vita,
lei sorreggendo all'ospital dimora.
Ivi un giaciglio la raccolse e, mentre
corcata, il pugno mi stringea... di ghiaccio
si fé la man della mia donna! e l'alma
s'involava all'Eterno!

Io brancolando,
baciai la fredda fronte e del mio pianto
l'inumidiva! "Oh! perché una lacrima
non spargerò su tanta donna! e quanto
io perdo, nol sapete, o circostanti!"
Furon le sole mie parole a loro,
che m'accennavan di fuggir i fieri
non lontani segugi, ed inselvarmi.
Itala terra è che ti copre, Anita!
E terra schiava! La vagante, incerta
vita trascinerò nelle foreste
e l'Oceàn risolcherò; ma l'ossa
tue, quasi insepolte, alla birraglia
non lascerò dello straniero! I campi
ove ramingo e perseguito, appena
io scamperò, risuoneran del pianto
e rantolar di mercenari e spie
trafitti e moribondi. Al santuario
venduto de' miei padri avranno stanza
le tue reliquie, e d'altra donna amata
madre ad entrambi, adornerai l'avello.